lunedì 4 maggio 2015

Al riparo dal processo elettorale - Articolo di: Claudio Messara



Un lettore di Goofynomics segnala le ennesime esternazioni del Monti pensiero, che in un’intervista di qualche tempo fa a Repubblica ha sostenuto che “le istituzioni europee hanno accettato l’onere dell’impopolarità, essendo al riparo dal processo elettorale“. Stesso, identico concetto ribadito in occasione del divorzio tra la politica e la Banca d’Italia, ove disse che ci sono “valori che saranno meglio tutelati, se affidati a qualcuno che può permetterselo trovandosi al riparo dal processo elettorale“.  L’esatta copia del principio di impunità, di segretezza e di irreversibilità (rispetto al processo elettorale) del MES, l’organismo volgarmente detto “Fondo salva stati“, che vincola i suoi stati membri (ma non la Germania) a firmare cambiali in bianco, pagabili a volontà e a richiesta dai governi a un’istituzione anonina, che opera sotto lo sguardo vigile della finanza internazionale nella sua sede in Lussemburgo.
Quello che si può fare, dunque, deve farsi al riparo dal processo elettorale, cioè dalla volontà dei cittadini, e quello che non si può fare, deve farsi grazie al terrore. Lo spiega sempre Monti, prima quando dice che “La minaccia esterna di oggi si chiama concorrenza. Questo è un fattore potente di spinta per l’integrazione”, così come “l’immigrazione. Le paure sono state all’origine dell’integrazione (ndr: l’euro e gli Stati Uniti d’Europa). Le paure hanno cambiato natura, però rimangono tra i motori dell’integrazione”. E poi quando dice cheE’ chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale possono essere pronti a queste cessioni (ndr: di sovranità) solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi in atto, visibile, conclamata. […] Abbiamo bisogno delle crisi per fare passi avanti. Bisogna avere chiaro in mente che Mario Monti non può essere visto come un semplice professore che ha la sua visione (antidemocratica) del mondo, perché il limite tra la libertà di opinione e l’eversione viene superato quando un portatore di principi antidemocratici assume il controllo di posizioni decisionali chiave (Monti è stato per anni commissario europeo) e addirittura il potere, con il colpo di stato sobrio del 2011 che lo ha insediato alla guida del Governo, con la complicità addirittura del Presidente della Repubblica, posizione in forza della quale ha potuto agire, distruggendo la domanda interna (qui la sua celebre confessione), iniziando il lavoro di smantellamento dei diritti dei pensionati (che oggi la Consulta ha giudicato incostituzionale) e quello dei diritti dei lavoratori, poi terminato da Matteo Renzi. Tutti allegri figuri che se la spassavano insieme il primo di maggio all’inaugurazione dell’Expo di Milano.
La concezione di Monti e delle élite che rappresenta è esattamente quella di The Crisis of Democracy, il primo rapporto della Commissione Trilaterale che sosteneva che le uniche democrazie che funzionano sono quelle in cui la grande maggioranza della popolazione si trova ai margini del dibattito pubblico.  Non a caso lo stesso Monti è stato per anni uno dei triumviri a capo proprio di quella stessa organizzazione creata da David Rockefeller.
Quello che fa rabbrividire non è tanto la descrizione di uno status quo, ma l’implicita legittimità che questa neo oligarchia mondiale attribuisce alla necessità di trovarsi “al riparo dal processo elettorale“. Essere al riparo dal processo elettorale significa infatti essere di fatto padroni del mondo, ovvero certifica l’esistenza di una monarchia transcontinentale che sovraintende a tutte le cosiddette democrazie, relagate al ruolo di mere assemblee condominiali e guidate attraverso la logica del terrore (“fate presto!”, lo spread a 500), grazie alla sostanziale ignoranza nella quale viene relegata la massa dei cittadini sovrani solo sulla carta.
L’invasione degli stati sovrani perpetrata dagli oligarchi come Monti è oggi purtroppo a uno stadio molto avanzato e riguarda tutti i popoli, non solo i cittadini italiani. Per questo è necessario dare una risposta unica, sinergica, che vada oltre i confini nazionali e chiami in causa tutte le forze autenticamente democratiche che ancora resistono nei singoli confini nazionali, cominciando dall’informazione e dalla creazione di un think tank fatto dai cittadini e per i cittadini, in grado di superare le singole leadership politiche, a cominciare dall’informazione.
Per questo ho creato Europaleaks. Perché, anche se per molti ancora è difficile rendersene conto, oggi più che mai abbiamo bisogno di superare le diffidenze e cercare alleanze e sponde tra i cittadini di tutti i popoli europei che, esattamente come noi, vedono i loro diritti e le loro conquiste erodersi giorno dopo giorno, per mano di una élite di individui che agiscono al riparo dal processo elettorale.

Articolo di: Claudio Messara
fonte: byoblu

1 commento:

  1. Un lettore di Goofynomics segnala le ennesime esternazioni del Monti pensiero, che in un’intervista di qualche tempo fa a Repubblica ha sostenuto che “le istituzioni europee hanno accettato l’onere dell’impopolarità, essendo al riparo dal processo elettorale“

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