domenica 20 dicembre 2015

Prete accusato di pedofilia: 'Il vescovo sapeva e ha taciuto'

La Diocesi in un comunicato diffuso dopo l’arresto del prete invitava i fedeli a restare uniti nella preghiera per esprimere la vicinanza al sacerdote. Duro attacco di Marziale: ‘I fedeli devono essere invitati a pregare per le piccole vittime e non per il prete pedofilo’. Fissato per lunedì l’interrogatorio “Uniti nella preghiera per vicinanza sacerdote” – Non una parola per vittime innocenti che hanno subito, per i bambini rimasti intrappolati nella rete tessuta da chi nella società dovrebbe proteggerli e rappresentare un punto di riferimento valoriale. No, la Diocesi di Oppido-Palmi subito dopo l’arresto del prete diffonde questo comunicato: “In attesa che la giustizia faccia il proprio corso, si invitano i fedeli tutti a restare uniti nella preghiera per esprimere la vicinanza al sacerdote nel clima di quest'Anno della Misericordia”.
Il vescovo sapeva? - Secondo il giudice per le indagini preliminari reggino Antonio Scortecci il vescovo era a conoscenza della vicenda e nonostante ciò non avrebbe adottato provvedimenti cautelativi, né di minima verifica delle accuse rivolte all'indagato, 'assumendo atteggiamenti particolarmente prudenti e conservativi dello status quo, dando pieno credito alla versione negatoria dello stesso accusato'.



Dalle conversazioni intercettate, come riporta, emergerebbe anche che il vescovo della Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi, monsignor Francesco Milito, il 15 luglio scorso, avrebbe consigliato a don Antonello "di evitare di parlare con i Carabinieri di queste cose e, in generale, con nessun appartenente alle forze dell'ordine, poiché questi non si limitano a parlare amichevolmente come stanno facendo loro, ma potrebbero redigere un promemoria che potrebbe far degenerare le cose".
È del 7 agosto una nuova conversazione tra i due. Parlano delle chiacchiere delle suore. Ma il vescovo rassicurerebbe il parroco : "Lascia perdere questo perché non... la cosa gravissima non è, è questo pettegolume di suore".
Siamo al 19 settembre: due giorni dopo la perquisizione nel corso della quale verrà trovato in casa del prete diverso materiale utile alle indagini, don Antonello confiderà a un amico di aver riferito tutto al vescovo, chiedendogli, ove lo ritenesse opportuno, la sospensione a divinis, ma di aver ricevuto dal suo superiore l'invito a continuare a fare ciò che faceva prima dell'atto della polizia giudiziaria. Tra i documenti rinvenuti nell'abitazione di don Antonello verrà trovata anche una copia della lettera delle sue dimissioni indirizzata al vescovo già nel 2010, ma rimasta senza alcun seguito.
“I fedeli preghino per le piccole vittime e non per il prete pedofilo” - È quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, in merito all’arresto del parroco della Chiesa di Messignadi: “Quando si apprende che un sacerdote è implicato in vicende che hanno a che fare, a vario titolo, con abusi sui minori ti si accappona la pelle, ma quando vieni a sapere che quel sacerdote è un tuo conoscente e con lo stesso più volte hai scambiato opinioni in merito alla pedofilia e a ciò che essa rappresenta, cioè il crimine più orrendo nei confronti dell’umanità, lo stupore non può che trasformarsi in rabbia”.
“Davvero non se ne può più – incalza Marziale – e questo caso mi è utile per ricordare a Papa Francesco che la lotta alla pedofilia non si fa a suon di slogan ad effetto o istituendo commissioni di studio, ma spretando i sacerdoti che si macchiano di tale orrendo peccato-reato. Così come è bene ricordare all’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali della Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi che i fedeli devono essere invitati a pregare per le piccole vittime e non per il prete pedofilo, per il quale bisogna solo auspicare che gli sia tolta la tonaca e gli vengano riconosciute le responsabilità in termini di equa giustizia. Ciò che si legge nel comunicato diramato dal dipartimento diocesano è stucchevole e inaccettabile”.
 Si svolgerà lunedì, davanti al Giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria, Antonio Scortecci, l’interrogatorio di garanzia di Antonio Tropea, 44 anni, sacerdote della Piana di Gioia Tauro accusato di reati sessuali commessi anche con minorenni.
Le indagini - Gli investigatori della Polizia di Reggio Calabria hanno notificato al sacerdote l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip su richiesta della Procura della Repubblica. Le indagini nascono nel marzo scorso, quando la Polizia ferma il sacerdote 44enne in macchina in compagnia di un minore, in un luogo appartato. Nei mesi seguenti le indagini, anche grazie all'apporto delle intercettazioni, hanno permesso agli inquirenti di confermare i sospetti. Sequestrate nell'abitazione del sacerdote varie immagini e video a sfondo omosessuale, anche autoprodotti.
Il prete dovrà dunque rispondere di sostituzione di persona, detenzione di materiale pedopornografico e adescamento di minorenni.
'Io sto con Don Antonello' - Intanto su Facebook è nato un gruppo a sostegno del sacerdote accusato, attualmente detenuto nel carcere reggino di “Arghillà". Personalmente termino domandandovi : come si possa sostenere un pedofilo ? 


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