domenica 24 settembre 2017

Monaca Di Clausura Mette Alla Luce Un Bambino: Secondo Caso Nelle Marche


La vicenda che andiamo di seguito a raccontarvi accaduta nel 2016  è un qualcosa che, a ben vedere, si rivela decisamente molto particolare, capace di suscitare ancora oggi molto clamore, per quanto episodi del genere si siano già verificati in passato. Una suora di clausura di origini sudamericane era stata portata in ospedale perché avvisava un forte mal di pancia, ma quello che è accaduto dopo ha dell’incredibile.

La monaca di un convento marchigiano, nell’ospedale di San Severino Marche ha messo al mondo un bambino. Costei ha sconvolto in molti per quanto verificatosi, e la notizia è stata riportata dal Corriere Adriatico, nostra fonte primaria nel resocontare quanto accaduto. Ma nelle Marche, nel 2011 si era già verificato un caso analogo.
Nel caso riguardante il 2011, dopo una lunga battaglia legale, quanto successo ha avuto un esito che nel 2014 ha fatto discutere. La suora congolese 41enne, oggetto di particolari attenzioni da parte di un sacerdote, aveva poi partorito una figlia che in un primo momento non voleva tenere, permettendo così di mandarla in affidamento a una coppia.

In un secondo momento la monaca rilaicizzata, ci ripensa, e sceglie di volere la custodia della figlia. Tra la suora e la coppia adottiva, ad avere infine la meglio sarà proprio la ormai ex monaca, poi trasferitasi con la piccola in una casa famiglia.
Un comitato favorevole all’affidamento della piccola alla coppia adottiva deciderà di manifestare per strada il proprio dissenso nei confronti di una decisione giudicata, a torto o a ragione, ingiusta. In tal senso, dal quadro che emerge dal presente articolo è che nelle Marche in un periodo compreso tra alcuni anni recenti, quanto accaduto ha fatto scalpore per la stessa ragione: il parto da parte di monache di clausura. Se nel primo caso accennato alcuni elementi non sono noti a tutti, nella vicenda meno recente invece oltre a verificarsi molta indignazione, si è anche registrata una protesta per quanto stabilito dal giudice.

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