domenica 14 giugno 2015

Tosi spara a zero su Rosi Bindi: "All'antimafia fa ridere come un pagliaccio"




Flavio tosi dopo le vicende che hanno travolto Roma capitale, precisamente su quell' inchiesta che ha letteralmente travolto la politica, mettendo alla luce tutto il marcio che girava intorno alla gestione di Roma, Tosi afferma: «Bindi all'antimafia fa ridere come un pagliaccio», e affonda chiedendo come mai il comune di Roma dopo tutte le vicende venute a galla non è da commissariare, mentre mesi fa lo era il comune di Verona non avendo per avuto l'ombra di appalti illegali. Non c'è che dire è una bella domanda questa, ma credo che la risposta si trovi nel fatto che commissariare Roma per una certa area della politica è ammettere alcune cose sgradevoli, e alcune sconfitte, quindi sono punti di sconfitta e perdita di terreno nell'elettorato. Pensiero secondo me sbagliatissimo, perchè con questi modi come sempre si offende l'intelligenza del popolo italiano. Purtroppo la scelta della signora Bindi, persona del tutto rispettabile per carità, ci mancherebbe altro, è servita per accontentare una certa area del partito, cioè l'area Prodiana, anche se questo poi negli eventi avvenire, dopo non è servito, visto che a Renzi spesso quell'area i bastoni fra le ruote e qualche sgambetto glielo mette. La scelta di Rosi Bindi non è sbagliata nella persona, ma è sbagliata secondo me nelle competenza, fatta per accontentare, Rosi Bindi va benissimo per un ministero come quello dell'istruzione ad esempio, metterla all' Antimafia è come dire che la Befana arriva a Pasqua e non dopo Natale. Ecco questa politica che sbaglia tutto, sopratutto nelle competenze, che sbaglia nel tentativo di risolvere problemi interni di partito, e così si fanno scelte sbagliate, che  poi devono essere sostenute da sotto segretari (tecnici) che costano al polo italiano. Purtroppo si governa questo paese dal 2011 pur essendoci stata un elezione, con dei governi voluti non per il bene dell' Italia, scelti da un ex presidente, che pare non abbia tenuto conto del rispetto che egli doveva al popolo "Italiano", insistendo con continui governi non suffragati dalla volontà di tale popolo.

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