giovedì 17 dicembre 2015

SBLOCCATO WHATSAPP TUTTO RISOLTO



WhatsApp viene bloccato in tutto il Brasile con delle motivazioni poco chiare all'inizio, poi tutto è stato chiarito già nelle  prime ore del blocco. Sembra  che  una banda di trafficanti di droga usava il social di messaggistica  come mezzo di comunicazione, quindi il giudice che ha disposto il blocco aveva fatto delle richieste a WhatsApp

In effetti tutta la vicenda si basa su una reticenza reciproca nel voler concedere delle informazioni, da parte del giudice Sandra Regina Nostre Marques che ha fatto l'ordinanza di blocco per 48 ore e che non ha voluto informare WhatsApp dei dettagli allo scopo di non compromettere le indagini  e WhatsApp che non ha voluto concedere l'accesso ai dati dei profili che riguardavano i trafficanti. Tutto suona come una sorta di punizione da parte del giudice, perché questo non è il primo caso e ne il primo avvertimento per la società di messaggistica molto usata in Brasile, già un altro giudice aveva disposto un blocco proprio a causa di questa reticenza da parte di WhatsApp, ma quella volta riguardavano dei casi di bambine esposte come mezzo sessuale. Lo screzio fra il giudice che ha ordinato il blocco e WhatsApp era iniziato già lo scorso 23 luglio, e ribadito il 7 agosto stabilendo anche una multa in caso di mancata ottemperanza da parte della società. WhatsApp non ha mai risposto alle richieste del giudice fino al punto che viene ordinato un blocco di 48, il tempo necessario per costringere WhatsApp a dare delle risposte.  

Alla fine poi ci sono state le prime reazioni, infatti il presidente dell'agenzia nazionale delle telecomunicazioni João Rezende condanna quelle misure con queste parole: " il blocco non è una soluzione perché sproporzionato e colpisce milioni di utenti brasiliani ". 

Non sono mancate anche le reazioni da parte dei maggiori operatori nel settore della telefonia, mobilitate perché venivano lesi dei mini interessi societari (si sembra strano perché WhatsApp può apparentemente danneggiare la telefonia con le sue chiamate gratis, ma in realtà ci sono degli accordi economici e soprattutto in parole povere porta di conseguenza a stipulare un contratto con delle società di telefonia mobile da parte dell'utente, non essendo sempre in grado di collegarsi a un WI FI gratis).

Ovviamente  Mark Zuckemberg fondatore di Facebook e proprietario di WhatsApp dal suo profilo di Facebook si è detto addolorato che per volontà di un solo giudice  venivano colpite milioni di utenze ma che la società stava facendo ogni sforzo perché venisse rimosso il blocco, poi sono seguiti i convenevoli elogi  al Brasile e ai brasiliani. 

A disporre lo sblocco è stato un'altro giudice del tribunale di Sao Bernardo do Campo, nell'entroterra di San Paolo, ma le sue parole hanno ribadito quella mancata ottemperanza da parte della società WhatsApp: a suo parere, i responsabili di WhatsApp il 23 luglio non avrebbero rispettato l'ordine di un collega, emesso nell'ambito di un procedimento penale il cui contenuto non è stato reso noto per ovvi motivi che riguardavano la sicurezza delle indagini. L'azienda avrebbe ignorato in oltre anche una seconda notifica pervenuta il 7 agosto, quindi il pubblico ministero ha così deciso la sospensione temporanea del servizio, che doveva durare fino a venerdì 18/12/2015.  

Ma a ridare WhatsApp a milioni di utenti brasiliani   è stato un giudice del tribunale di San Paolo, Xavier de Souza: poco tempo dopo il momentaneo blocco, che  ha ordinato il ripristino immediato di WhatsApp in tutta la nazione. Nelle motivazioni che hanno consentito lo sblocco scrive il giudice: "In ragione dei principi costituzionali non appare ragionevole che milioni di utenti siano pregiudicati per colpa dell'inerzia di un'impresa nel collaborare con la giustizia", per il giudice è meglio: "imporre una multa elevata a un livello sufficiente da inibire un'eventuale ulteriore resistenza", questo per far si non si verifichino più casi di reticenze nel voler collaborare.

Rago Alfonso

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