lunedì 25 settembre 2017

Tasse, secondi solo ai lombardi Ogni trentino paga 11mila euro


Nel 2015 ogni abitante del Trentino Alto Adige, neonati e ultracentenari compresi, ha versato al fisco 11.029 euro.

Trentini e sudtirolesi sono secondi in Italia solo ai lombardi, che si rivelano i più «generosi» col fisco, o i più vessati dal sistema tributario a seconda dei punti di vista, con un versamento medio pro capite di imposte pari a 11.898 euro.



L’analisi è dell’Ufficio studi della Cgia, l’Associazione Artigiani di Mestre, che ha messo a confronto il gettito di imposte, tasse e tributi versati allo Stato, alle Regioni e agli enti locali dai lavoratori dipendenti, dagli autonomi, dai pensionati e dalle imprese residenti nel nostro Paese.

Trentini e altoatesini, in particolare, versano al fisco centrale 9.553 euro pro capite, altri 917 euro pro capite di imposte alla Provincia e 558 euro ciascuno di tributi a Comuni e amministrazioni locali.

La graduatoria tra le regioni vede in testa, appunto, la Lombardia seguita dal Trentino Alto Adige e, al terzo posto, dall’Emilia Romagna, dove gli abitanti versano al fisco in media 10.810 euro ciascuno. Le regioni dove il fisco è meno invasivo sono quelle meridionali: nel 2015 in Campania il gettito pro capite medio è stato pari a 5.703 euro, in Sicilia a 5.610 euro, in Calabria a 5.436 euro.


A livello nazionale in media i cittadini italiani pagano 8.800 euro di tasse ciascuno, di cui 7.930 euro allo Stato, 825 euro alle Regioni e 585 euro agli enti locali.


«L’esito di questa analisi - afferma il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo - dimostra come ci sia una correlazione tra le entrate fiscali versate, il reddito dichiarato e, in linea di massima, anche la qualità e quantità dei servizi erogati in un determinato territorio. Essendo basato sul criterio della progressività, il nostro sistema tributario grava maggiormente sulle regioni dove la concentrazione della ricchezza è più elevata e il numero di grandi aziende è maggiore, anche se i cittadini e le imprese di queste aree dispongono, nella stragrande maggioranza dei casi, di servizi pubblici migliori rispetto a quelli presenti in altre parti del Paese».


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